
di Umberto Eco
uno spettacolo di GIUSEPPE DIPASQUALE
musica originale GIORGIO CONTE
con
NINNI BRUSCHETTA Giambattista Bodoni, detto Yambo
VIOLA GRAZIOSI Paola, moglie di Yambo
ANTONELLO ANGIOLILLO Gianni Laivelli, amico di infanzia di Yambo, poi anche Gragnola
CESARE BIONDOLILLO Il dottor Gratarolo, poi anche Il Duce
GIULIA DI QUILIO Sibilla, assistente polacca di Yambo, poi anche Lila, Regina Loana
ALBERTA CIPRIANI Nicoletta, figlia di Yambo, poi anche Josephine Baker
CHIARA CATALANO Carla, figlia di Yambo, poi anche Dale Arden
GABRIELLA CASALI Amalia, governante della casa di Solara poi anche Mary Poppins
assistente alla regia Alessia Centofanti
referente musicale Emiliano Ardini
Il romanzo La misteriosa fiamma della Regina Loana, pubblicato nel 2004 da Umberto Eco per i tipi di Bompiani, è certamente un racconto destinato alla lettura, sia quella colta che popolare insieme. La frastagliata rete di percorsi, eruditi ed esperienziali, che permettono al protagonista della vicenda, Giambattista Bodoni detto dagli amici Yambo, di tentare di ritrovare il senso delle cose dopo una memoria perduta a causa di un incidente che lo aveva bloccato in una specie di coma per svariato tempo, sono clusters adatti ad un lettore non immediato anziché, a prima vista, a quello immediato qual è lo spettatore teatrale.
Eppure, proprio il dedalo non risolutivo che contiene la vicenda di Yambo e dei personaggi collegati alla sua vita, offre una chiave per affrontare con la precisa parola di Eco, la sua tolleranza semantica e la sua voglia di giuoco letterario, un tentativo che attraverso una drammaturgia di genere conduca alla messinscena teatrale della vicenda stessa. Yambo è un intellettuale cui l’autore Umberto Eco concede il privilegio letterario di assistere alla propria dissoluzione mnemonica, pertanto alla propria identità e dunque alla cancellazione ex abrupto dell’universo degli affetti che rendono la vita di un uomo riconoscibile per se stesso. La misteriosa fiamma della Regina Loana è un viaggio nell’assenza: di memoria, di relazione, di identità, di consapevolezza dell’essere e di coscienza di vita. Tuttavia questa mancanza, questa Melanconia, è vissuta come un gioco di costellazioni erudite, una doppia vita di Yambo, quella della memoria semantica, che dovrebbe metterlo in connessione con la memoria episodica dove si sarebbero conservate i frame del suo vissuto, ma di cui egli sembra non serbare alcuna traccia. Il senso che la lettura del romanzo trasmette assomiglia alla possibilità di guardare il protagonista che guarda se stesso dall’esterno di una stanza dove un altro se stesso, diremmo quello vero, è rimasto rinchiuso, e scoprire di volta in volta che dalle finestre di quella stanza egli possa intravedere chi era, cosa faceva, cosa amava o detestava come e cosa vivesse.
Ma c’è un gioco forte dietro questa tessitura colta di incastri, ed è il gioco di una mappatura fumettistica e musicale ad un tempo. Il gioco è la scelta di un possibile linguaggio scenico che emerge dalla possibilità popolare del suo utilizzo e della sua destinazione ad un vasto pubblico come quello teatrale.
La storia è divisa in tre parti: Il risveglio dal primo coma; il ritorno nella casa di Solara; il secondo coma e il suo immaginario risveglio, ma raccolto in due atti.
Le musiche originali di Giorgio Conte, compongono anche le canzoni che i personaggi canteranno all’interno della loro storia.