FILIPPO MANCUSO E DON LOLLO’

di Andrea Camilleri e Giuseppe Dipasquale
regia e scene Giuseppe Dipasquale
costumi Sorelle Rinaldi
musiche Matteo Musumeci
musiche eseguite al clarinetto Gaetano Cristofaro
luci Sergio Noè
produzione Teatro della Città – Centro di Produzione Teatrale

Personaggi / Interpreti

Calogero Longhitano (Don Lollò), uomo di rispettoTuccio Musumeci
Filippo Mancuso, proprietario terrieroPippo Pattavina
Nunziata, cameriera casa MancusoMargherita Mignemi
Padre Imbornone, parroco di VigataRiccardo Maria Tarci
Gegè, uomo di fiducia di Don LollòFranz Cantalupo
Calogera Longhitano (Lillina), figlia di Don LollòLorenza Denaro
Alberto Mancuso (Berto), figlio di FilippoLuciano Fioretto

Una commedia che nasce da una promessa mantenuta. La promessa è quella di scrivere una pièce nuova e originale per due mostri sacri del palcoscenico italiano: Tuccio Musumeci e Pippo Pattavina. A mantenerla, sono stati il grande Andrea Camilleri e Giuseppe Dipasquale, autori di questa “commedia di situazione”, diretta dallo stesso Dipasquale e prodotta dal Teatro della Città. «Tutto nasce da un imprevedibile accadimento – spiega il regista -. L’unica scena de La concessione del telefono, nella quale Pippo (Filippo Mancuso) e Tuccio (Don Lollò) si incontravano come personaggi, aveva preso una evoluzione particolare, al limite della coerenza con la storia del testo. Avevo chiesto ai due attori di procedere, secondo la grande tradizione comica siciliana, anche per moduli di improvvisazione e il risultato fu strabiliante, con una qualità e potenza comica che non aveva nulla da invidiare alla coppia Totò e Peppino. La durata di circa 25 minuti provocava uno sbilanciamento per lo spettacolo».

E così, per “riportare l’ordine”, avvenne la proposta di scambio: se Musumeci e Pattavina avessero riportato la scena entro una durata accettabile, Dipasquale e Camilleri avrebbero scritto una commedia ad hoc partendo dai due personaggi. Così è stato. Mentre sullo sfondo scorre la storia de La concessione del telefono, in Filippo Mancuso e Don Lollò si snoda la vicenda del Cavalier Mancuso, ricco proprietario terriero che vuole fare assumere il figlio Alberto in un’importante banca, per mandarlo via da Vigàta e assicurargli un futuro nuovo. Purtroppo Alberto è terribilmente stupido e senza una buona raccomandazione non potrà riuscire in nulla. Don Lollò (Calogero Longhitano), uomo di rispetto di Vigàta, è tormentato da un cruccio familiare: la figliuola Lillina è in età da marito, ma pur essendo una fanciulla molto intelligente e perspicace, ha un difetto di movimento che la rende “sciancata”.